Category: Linguistics

We can put an end to month-day-year dates

What is today’s date? If you answered this question with December 22, 2024 (read December the twenty-second, two thousand and twenty-four), you should go on reading.

The day-month-year date format (e.g., 22 December 2024) is officially adopted by the vast majority of the world’s countries.

The year-month-day date format (e.g., 2024-12-22) is officially adopted by China, Japan, Korea, and Iran, and is also the date format of the ISO 8601 standard.

The month-day-year date format (e.g., December 22, 2024) is officially adopted by the USA only (although contamination of this format can be found in a few other countries). Like most standards adopted in the USA, the month-day-year date format is bizarre at best, as shown in the following illustration:

Visual comparison of date formats

Yet, nowadays…

The month-day-year format is used by a large number of people speaking English as a foreign language, who adopt Americanisms like these without thinking them through. Unfortunately, this is the case even in Europe, despite the fact that every European country–including the UK–officially adopts the day-month-year format.

Long story short: if you live outside the USA but use the month-day-year format when writing or speaking in English, you are doing it wrong. You do not suddenly use miles, pounds, and Fahrenheit when writing or speaking in English, right? Then please, in the interest of logic, do not use the month-day-year date format either. 🙂 Keep using the day-month-year or year-month-day date formats, like you learned in school. If you want to avoid any misunderstanding, just use the variants d MMMM yyyy or d MMM yyyy of the day-month-year date format (e.g., 22 December 2024 or 22 Dec 2024), which are the most readable ones.

So, once again, what is today’s date? It is 22 December 2024 (read the twenty-second of December two thousand and twenty-four).

La tastiera italiana come causa di un pericoloso malcostume linguistico

Ho deciso di condividere un articolo che scrissi nel 2007 dal titolo “La tastiera italiana come causa di un pericoloso malcostume linguistico“. Nell’articolo mostro come la disposizione della tastiera italiana favorisca l’uso della combinazione lettera + apice in sostituzione della lettera accentata. Pur non avendo una preparazione universitaria in linguistica, decisi di scrivere questo articolo come reazione alla trattazione a mio avviso superficiale dell’argomento da parte dell’Accademia della Crusca. Ogni commento è benvenuto.

Buona lettura!

í ed ú: perché l’accento acuto?

La norma di riferimento per l’uso degli accenti nella lingua italiana è la nº 6015 dell’Ente Nazionale Italiano di Unificazione (UNI), che raccomanda queste convenzioni:

  • Il segnaccento, nei casi in cui è obbligatorio, è sempre grave sulle vocali: a, i, o, u;
  • Sulla e, il segnaccento obbligatorio è grave se la vocale è aperta, è acuto se la vocale è chiusa.

Se l’accendo acuto <´> indica la vocale chiusa e quello grave <`> la vocale aperta, si potrebbe pensare che i ed u siano vocali aperte. Al contrario, i ed u sono vocali di massima chiusura. Questo vuol dire che la norma di riferimento è semplicemente illogica, perché non rispecchia la fonetica. Di conseguenza preferisco adottare una norma alternativa che raccomanda l’accento acuto sopra le vocali i ed u.

Se volete approfondire l’argomento potete consultare un articolo di Paolo Matteucci. Se invece vi state chiedendo come si possano digitare í ed ú con la tastiera italiana, vi consiglio di tornare sul mio blog presto… 🙂